Fonte: laregione.ch
Il Preventivo 2025 del Cantone uscito dal Consiglio di Stato e che la settimana prossima sarà al vaglio del parlamento? «Miope, sulla falsariga di quello del 2024», afferma Alessandro Polo, presidente degli agenti di polizia affiliati al sindacato Ocst, ieri in assemblea. «Ancora una volta – rileva Polo – invece di cercare soluzioni a lungo termine, invece di agire per ottimizzare l’uso delle risorse e aumentare l’efficienza si preferisce limitarsi ai soliti tagli lineari. Sempre e solo tagli, anziché interventi strutturali». Insomma, «meglio un bel taglio qua e là: tagliare sul costo dei dipendenti e sull’erogazione delle prestazioni. Facile…».
Nel messaggio sul Preventivo varato in settembre, il governo ha già fatto sapere tra l’altro che, sempre per ragioni di risparmio, non organizzerà la Scuola cantonale di polizia nel 2026. Una decisione contestata non solo dalla Cristiano sociale, ma anche dalla sezione ticinese della Federazione svizzera funzionari di polizia e dalla Vpod, che in una recente lettera hanno invitato il Consiglio di Stato a riflettere attentamente sulle conseguenze negative della scelta. «Qualcuno ha considerato le ripercussioni successive?», si è chiesto e ha chiesto Polo. «Mancano poliziotti operativi, quelli che indossano la divisa con la pistola alla cintura, quelli che lavorano sul campo e fanno inchieste». Non c’è sufficiente personale operativo… «perché ogni volta che viene creato un nuovo servizio, anziché assumere nuovo personale, si spostano agenti operativi dai servizi già esistenti».
Un esempio eloquente: «Ci sono turni in Gendarmeria dove circolano tre pattuglie, capogruppo compreso. Tre pattuglie per tutto il Luganese. E siamo in esubero?». Ebbene, «qual è l’unico bacino al quale la Gendarmeria può attingere personale? Quello della Scuola di polizia». Una scuola che «nel 2025, invece di 25 posti, ne metterà a disposizione solo 15… e detto tra noi, fuori ci sono dieci persone che hanno superato gli esami d’ammissione, che sono quindi idonee ma che non potranno iniziare la formazione perché il loro posto è stato tagliato. E – rincara Polo – non è stato tagliato poiché 15 posti sono sufficienti, ma perché così chi doveva pensare a come risparmiare ha fatto il suo dovere».
La Scuola forma sotto lo stesso tetto aspiranti gendarmi (Polizia cantonale), futuri poliziotti delle Comunali, così come agenti italofoni di altre forze dell’ordine svizzere. «Qualcuno si è chiesto cosa faranno le polizie comunali o altre polizie se non potranno formare nuovi agenti nel 2026? Apriranno concorsi per agenti già formati e risparmieranno anche sul costo della formazione: e da dove prenderanno questi agenti? Da noi, dalla Cantonale», avverte Polo.
Le cifre sono preoccupanti. «Da gennaio a novembre ci sono state 15,5 dimissioni, senza contare i pensionamenti; 15,5 agenti formati, che hanno frequentato due anni di scuola. Negli ultimi giorni ce ne sono state almeno altre 2! Calcolando anche i pensionamenti nel 2024, arriviamo almeno a 35 partenze… con un ingresso di 15 agenti con la Scuola cantonale di polizia 2025 e zero con l’annullamento della Scuola 2026», calcola Polo. «Nel 2027 saremo quindi a meno 50. E poi? Si farà una scuola di 70 o 80 aspiranti? E a questi 80 aspiranti chi insegnerà il lavoro?».
Non è tutto: c’è pure l’iniziativa popolare promossa da Udc e Lega con il sostegno di rappresentanti del fronte borghese e del mondo economico, che chiede lo stop all’aumento dei dipendenti cantonali… «Ma si tiene conto – osserva il presidente dell’Ocst Polizia – anche delle 90mila persone che ogni giorno attraversano i nostri confini». Non si scappa: «O assumiamo poliziotti della Cantonale, oppure diamo le competenze ad altri, o ancora riduciamo i compiti».
E rivolgendosi ai politici, aggiunge: «Decidete voi, perché questa è politica. Volete lasciare le competenze solo alla Polizia cantonale? E allora assumete, ma per aumentare il personale operativo, non solo per coprire le partenze. Volete attuare il progetto della ‘Polizia ticinese’? Fatelo, ma con testa, perché se non cambierà niente o la situazione peggiorerà, tra dieci anni saremo qui ancora con gli stessi problemi. Volete attuare la polizia unica? Fatelo, lavorateci, però decidete! Basta aspettare».
Agenti operativi numericamente insufficienti. «Sempre più lavoro, ritmi stressanti e scarso riconoscimento: c’è tanto malcontento», ha detto Giovanni Capoferri, deputato del Centro ed ex ufficiale della Polcantonale. Presente all’assemblea in qualità di ospite anche il procuratore generale. «Fino a questo momento riusciamo a far fronte agli oneri derivanti dalle modifiche del Codice di procedura penale entrate in vigore il primo gennaio», assicura Andrea Pagani. «In luglio sono scattate le nuove disposizioni federali in materia di reati sessuali e qui vi è stato un aumento degli incarti poiché comportamenti che non erano penalmente rilevanti ora lo sono». Parlando poi in generale, il procuratore aggiunge: «Agli organi politici esecutivi e legislativi chiediamo solo di essere messi nelle condizioni, quanto a mezzi e risorse umane, di poter dar seguito ai compiti che ci attribuiscono».